12 maggio 2019 - 11:48

Mangiano carne cruda di marmotta, coniugi muoiono di peste bubbonica

La coppia, di etnia kazaka, è deceduta l'1 maggio, l’usanza è ritenuta salutare nel Paese. Le autorità locali hanno decretato una quarantena di sei giorni nella regione

di Simona Marchetti

Mangiano carne cruda di marmotta, coniugi muoiono di peste bubbonica (Ap)
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Una coppia mongola di etnia kazaka - 38anni lui, 37 lei e in attesa di un bambino - è morta l'1 maggio scorso di peste bubbonica, contratta pare dopo aver mangiato un rene di marmotta crudo. Un'usanza che in Mongolia viene ritenuta salutare, benché il National Center for Zoonotic Disease abbia messo in guardia da tale pratica, perché la carne cruda di marmotta può essere un potenziale veicolo della Yersinia pestis, il batterio della peste, che nel Paese provoca almeno un decesso l'anno. A causa di quanto accaduto, le autorità locali hanno quindi dichiarato una quarantena di sei giorni nell'intera regione (il fatto è avvenuto in uno sperduto villaggio della provincia di Bayan-Ölgij, al confine con Russia e Cina). Dopo la mancata segnalazione di nuovi contagi, questa settimana il provvedimento è stato però revocato, anche se le 158 persone fra turisti (svizzeri, americani, russi, tedeschi, olandesi, svedesi e sudcoreani) e abitanti del posto che, secondo il Siberian Times, sarebbero entrate in contatto diretto o indiretto con la coppia risultano ancora sotto osservazione.

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Una malattia riemergente

Come riporta il Centers for Disease Control and Prevention, la peste colpisce esseri umani e mammiferi e viene trasmessa dalle pulci che vivono sui roditori o entrando a contatto con un animale infetto (i gatti sono un rischio maggiore di contagio per gli uomini rispetto ai cani, più resistenti). Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che l'ha recentemente classificata come una malattia riemergente, i casi di peste riportati negli ultimi due decenni sono stati circa 50mila, la maggioranza dei quali concentrati in Africa, Sud America e Asia (i Paesi più endemici sono Madagascar, Perù, India e Repubblica Democratica del Congo). La forma più diffusa della malattia è la peste bubbonica, che nel Medioevo sterminò il 60% della popolazione europea ma che oggi, se presa in tempo, può essere curata con antibiotici come la streptomicina (i sintomi a cui prestare attenzione, che in genere si manifestano da uno a sette giorni dal contagio, sono i linfonodi gonfi e doloranti nella zona dell’inguine, delle ascelle e del collo, seguiti spesso da febbre, brividi, stanchezza estrema e forte mal di testa). Sebbene non esista un vaccino efficace contro la peste, un recente studio su un vaccino vivo attenuato ha evidenziato risultati incoraggianti contro la forma polmonare, che è decisamente più grave rispetto alla bubbonica, con un tasso di mortalità del 50%.

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