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l'intervista

Emma, tra Vasco e Gianna

C’è chi per piacere metterebbe in vendita i parenti più prossimi, e chi invece ha già ottenuto un ampio gradimento e continua a farlo, ma sembra non perderci il sonno. Emma Marrone: adorata dal pubblico main stream che l’ha portata alla vittoria di “Amici”, apprezzata dai colleghi per la sua esibizione al fianco dei Modà a Sanremo 2011 (secondo posto, subito dietro a Vecchioni), stimata da critica e addetti al settore e dischi di platino come piovesse sia per il primo “Oltre” che per il secondo “A me piace così” (entrambi Universal). L’unica cosa che riesce a metterla in imbarazzo è dirglielo chiaramente, che piace a tutti. Per il resto la cantante salentina va dritta come i treni.

Sabato 18 giugno sarà ospite della Notte Bianca di Pontedera (Piazza Martiri della Libertà, ingresso gratuito, l’esibizione intorno a mezzanotte), una delle date del tour con cui girerà in estate per tutta Italia: «Per fortuna ci sono gli Autogrill, facciamo scorta di caramelle e ci divertiamo – scherza – A parte tutto, i live sono la ciliegina sulla torta». Almeno quanto quelli con cui aprirà i concerti di Vasco (uno a San Siro e l’altro all’Olimpico): «Cosa provo? Per il momento niente. Ma è sempre così, l’ansia mi arriverà quando sarò alle porte dello stadio in macchina». Con lei, in effetti, è sempre così: quando sembra che stia cadendo nelle falle della presunzione tipica del successo fulminante, si realizza che è solo determinazione e pragmatismo. Racconta la sua esibizione dell’Inno di Mameli alla finale di Coppa Italia, come “una grande emozione”. D’altronde, aggiunge, «non era mai successo ad un cantante italiano». Detto questo, pochi fronzoli: «Scrivo brani e li conservo, non voglio forzare la mano. La scrittura è legata ad una crescita anche interiore, non ai palchi che si fanno. Non voglio sfruttare la notorietà che ho adesso per vendere canzoni, ma presentarmi, quando sarà il momento, con un buon prodotto davvero. Insomma, non voglio farla fuori dal vaso».

Più chiaro di così. «In Italia è pieno di gruppi bravi, anche sconosciuti – aggiunge – che scrivono cose bellissime. Se la canzone è valida è bello riceverla, chi importa chi la compone?». E dire che di lusinghe dai “big” ne riceve. «Gianna (Nannini, alla quale ha aperto tre live romani e uno a Caserta, ndr) non mi ha mai snobbato, mi vuole davvero bene. Non disdegnerebbe scrivere qualcosa per me». Hai detto niente. «Bisogna lavorare tanto per vincere i pregiudizi che ci sono, si deve faticare il doppio per farsi valere. E’ una sfida in più, ma onestamente non la subisco, anzi mi diverte … sono quelli schiaffi morali che ti gratificano – aggiunge – ai Wind Music Awards i Subsonica sono venuti a conoscermi e a propormi delle cose insieme. Se persone come loro, che sono l’emblema dell’anti talent, lo hanno fatto, vuol dire che tutto dipende da che persona sei».

E che persona si dovrebbe essere? «Un po’ sgamato, sicuramente, e con qualcosa da dire». Che avesse qualcosa da dire la gente l’ha capito quando a febbraio ha approfittato della pausa dalle prove all’Ariston di un giorno per andare a manifestare in Piazza Del Popolo in difesa delle donne (fu beccata dalle telecamere mentre camminava con un’amica). Dovrebbe essere contenta del referendum, andando a logica: «Sì, diciamo che non vorrei che mio figlio nascesse con tre occhi, né pagare un moijto 35 euro perché magari il ghiaccio costa troppo». Ha votato? «No, ma solo per ragioni logistiche. Alla data zero del tour però indossavo una maglietta disegnata da me con scritto “Stop al nucleare”».

Diletta Parlangeli
17 giugno 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA

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