I FANTASISTI
Del Piero, Totti e Baggio
la fantasia al potere
Il romanista è il leader, lo juventino il simbolo
Robi spera di esserci. Con un sogno bello e impossibile
di ANDREA DI NICOLA
TRE nomi, Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Roberto Baggio, ed un minimo comun denominatore: fantasia, colpo di genio, intuizione devastante per le squadre avversarie. Tre nomi che consentiranno a Trapattoni di presentarsi in Giappone e Corea, nella terra che della metodicità e dell'applicazione ha fatto uno stile di vita, con un surplus di genialità. E i giapponesi già si fregano le mani.

Totti, Del Piero e Baggio: due generazioni di campioni per un titolo mondiale che manca da 20 anni, da quel 1982 quando i primi due erano poco più che bambini e il terzo iniziava nel Vicenza una carriera travagliata e maestosa che vorrebbe chiudere con il suo quarto Mondiale, quello che fanno solo i grandissimi. Tre giocatori diversi. Del Piero consacrato ormai nel ruolo di seconda punta, attaccante con il vizio del dribbling scardina-difese che vuol stare lontano da quel ruolo da rifinitore per il quale ha tutti i mezzi tecnici ma non ha passione.

Totti, il numero dieci per eccellenza, quello che vede il corridoio per la palla dove nessuno immagina che potrebbe passare nemmeno uno spillo, l'uomo delle accelerazioni del gioco, ma anche, da pochi mesi, il leader.

E poi lui, il Putto (Firenze), Coniglio Bagnato (Torino), il "nove e mezzo" come lo ha definito Platini. Il giocatore dell'invenzione pura, talmente talentuoso che non gli si addice nemmeno un ruolo. Il meno potente nel trio dei fuoriclasse, poco adatto, dicevano, al calcio moderno ma che con la tecnica sopperisce ad ogni carenza, fisica e di età.

In un intreccio stranissimo ognuno di loro è stato contrapposto all'altro. Totti e Del Piero agli Europei del 2000, Baggio e Del Piero ai Mondiali di Francia adesso, forse, saranno in tre in Corea e Giappone e già si contrappongono Totti e Baggio. Il "nove e mezzo" non vuole fare l'eversore, attentissimo a cogliere la chance che potrebbe fargli chiudere la carriera si allena "a fare il portaborse". Totti, non chiude le porte al nuovo (per lui) compagno-concorrente ma mette in chiaro: fatelo venire ma prima "bisogna chiarire la situazione". Come a dire "ovvio che starà in panchina". Del Piero non dice nulla ma le testimonianze di chi in Francia c'era, come Cannavaro e Maldini, sono esplicite su quanto la presenza del Divin Codino, così lieve sul campo, diventi ingombrante nello spogliatoio. Eppure, impossibile e folle, sarebbe bello, se solo fosse possibile, vederli tutti e tre insieme.

(6 ottobre 2001)
 
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